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mercoledì 12 dicembre 2012

Pillole di Saggezza: Il Peccato Originale

Salve miei cari lettori.
Nella precedente "Pillola di Saggezza" vi ho mostrato come, in base alle stesse fonti bibliche, il comportamento di dio verso l'uomo non sempre può essere definito "amorevole".
Ho riportato vari esempi come le piaghe d'Egitto, il Diluvio, e la Torre di Babele. Nei primi due dio ha punito l'uomo per le azioni da lui commesse (per leggere il post clicca QUI), mentre per quando riguardo la storia della Torre la morale della favola è che il Signore non vuole che l'uomo raggiunga il suo livello.
Attenzione, qualcuno qui potrebbe dire "Ma Dio non vuole che l'uomo lo raggiunga durante la vita terrena, ma nella vita spirituale dopo la morte" e questo andrebbe anche bene per cercare di dare una "spiegazione" alla storia della Torre di Babele, MA esiste un altro frangente nel quale Dio ha chiaramente cercato di evitare che l'uomo lo raggiungesse, o quantomeno raggiungesse la sua infinità conoscenza. L'episodio di cui parlo è sicuramente molto più famoso, si tratta della storia del PECCATO ORIGINALE.

Dio creò l'uomo e poi la donna. Fino a qui ci siamo tutti.
Li mise a vivere in un luogo lussureggiamente, comunemente identificato come Giardino dell' Eden.
Nel giardino vi erano alberi di ogni tipo. Essi producevano frutti rigogliosi e gustosi di cui l'uomo poteva cibarsi. Tuttavia due alberi spiccavano nel rigoglioso giardino, l'Albero della Vita e l' Albero della Conoscenza del Bene e del Male.
Dio proibì all'uomo di cibarsi dei frutti dell' Albero della Conoscenza, dicendogli che se lo avesse fatto sarebbe morto.
Genesi 2:16: "e Dio impose all'uomo anche questo comando: "Di ogni albero del giardino puoi mangiare a sazietà. Ma in quanto all'albero della conoscenza del bene e del male non ne devi mangiare, poiché nel giorno in cui ne mangerai certamente dovrai morire".
Ma come tutti noi sappiamo un serpente si presentò ad Eva e la ammaliò spingendola a disobedire a Dio e mangiare il Frutto Proibito dell'Albero dell Conoscenza.
Poichè Adamo ed Eva avevano  disobbedito,  Dio li punì, cacciandoli dall'Eden e condannando l'uomo ad essere schiavo della terra e la donna ai dolori dell'essere madre e moglie.

ADESSO ANALIZZIAMO QUANTO DETTO

1. Dio ha punito l'uomo condannandolo alla sofferenza perchè aveva mangiato un frutto che gli avrebbe garantito la CONOSCENZA DI CIO' CHE E' BENE E DI CIO' CHE E' MALE, facendolo elevare così al livello di Dio, garantendogli la capacità di discernere, garantendogli una "cultura", una "saggezza" che probabilmente lo avrebbe portato a non obbedire più cecamente a lui, ma a scegliere da solo cosa fare.
Poichè, come tutti sappiamo, Adamo ed Eva hanno mangiato il frutto hanno acquisito questa conoscenza, "guadagnandosi" ,in un certo senso , il "LIBERO ARBITRIO" in quanto capaci di comprendere meglio la realtà.

2. Dio punisce l'uomo in quanto ha commesso un PECCATO, ha commesso un MALE. Ma poichè esisteva un Albero della Conoscenza di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato, dal quale l'uomo non poteva cibarsi, dovremmo intendere che Adamo ed Eva  erano stati creati "amorali"con e con l'incapacità  di discernere il bene dal male e che questa sia stata acquisita in seguito al PECCATO.
In questo caso, i due erano totalmente incapaci di intendere e di volere in termini etici e morali, dunque non sarebbero stati punibili.
In altri termini, il peccato non poteva essere realizzato da chi non aveva alcuna coscienza né percezione del valore della Normatività divina e delle conseguenze della violazione (per i progenitori, infatti, prima della conoscenza del Bene e del Male ci sarebbe dovuto essere come unico Male il mangiare il frutto).

3. Il serpente tentatore viene spesso identificato dalle varie religioni come la personificazione di "Satana" che cerca di indurre l'uomo a compiere il male e ad andare contro Dio, tentandolo e seducendolo. Ma un'altra interpretazione suggerisce che la figura del serpente rappresenti la razionalità umana, come evidente dalla simbologia greca o araba nel caduceo o nel bastone di Asclepio, in cui simboleggia rispettivamente il commercio e le arti mediche. In una visione più ampia, il serpente rappresenta la natura stessa dell'uomo assetato di conoscenza.
In questo caso, l'uomo usando la propria razionalità sceglie di mangiare il frutto per conoscere il bene e il male ed elevandosi dalla condizione di inferiorità alla quale Dio lo aveva condannato.

 In conclusione:
Vi ho dimostrato come molti eventi biblici siano interpretabili in maniera differente e purtroppo seguendo la logica che vi ho proposto non sono molte le pieghe che vengono fuori.

Lacchi Nero

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